21 Febbraio 2022 In Novità

Uccise il compagno, condannata a 16 anni

Il tribunale ha riconosciuto Beatrice Paini colpevole di omicidio volontario per la morte di Fabrizio Gratta
di Guido Fiorini 20 Luglio 2017

PIOMBINO. Omicidio volontario: il tribunale di Livorno ha condannato a 16 anni e 6 mesi Beatrice Paini, 48 anni, di Piombino, per aver ucciso il compagno Fabrizio Gratta, 49 anni, con una coltellata all’addome, sferrata dopo una lite in casa, al rientro dalla festa della birra. Il delitto risale a poco meno di un anno fa, nella notte fra l’8 e il 9 settembre del 2016.

Il pubblico ministero, Massimo Mannucci, aveva chiesto 22 anni, ma alla donna sono state riconosciute le attenuanti generiche.

La Paini, che dal giorno dell’arresto si trova nel carcere Don Bosco di Pisa, è comparsa mercoledì 19 in aula assistita dall’avvocato Franco Balestrieri: «Come primo atto non è andata malissimo – dice il legale – se si considera che per questo reato la pena può essere anche di 24 anni e che il pm ne aveva chiesti 22. Fra sessanta giorni avremo le motivazioni, sulle quali preparerò il ricorso in appello. Io continuo ad essere convinto, e l’ho detto nella mia arringa (durata due ore, ndr), che siamo di fronte a un omicidio colposo, perché la dinamica della coltellata non fa pensare a un gesto volontario».

«Questa vicenda ha inciso sulla vita di Fabrizio Gratta, che l’ha persa – ha detto il pm Mannucci durante la sua requisitoria –, sulle figlie, ma anche sull’imputata. Porre questa vicenda davanti al giudizio del popolo è un segno di civiltà. Da lettura superficiale della vicenda sembra che tutto accadde per mancanza di amore. Ma non era vero perché dall’amore, in questo caso, voleva tutto: il presente, il passato, il futuro e anche i soldi. Non avere tutto questo ti fa entrare in un tunnel, quello in cui è entrata l’imputata. Ma talvolta chi vuole tutto perde tutto come l’imputata. Si era creato un cortocircuito familiare dove prevaleva l’odio. C’è una lite in corso, c’è uno stato psicofisico alterato dall’alcol, c’è la musica alta, si discute di abbassarla, la Paini fa notare al compagno che non acconsente, la Paini esce con il cane quando rientra ammonisce il compagno e scatta la rabbia verso la ex moglie e l’assegno di mantenimento per rinfacciare il suo passato per volere tutto il suo futuro».

I difensori delle parti civili (Michele Alongi e Giacomo Salamone del foro di Livorno e Patrizia Fabiani e Riccardo Benvenuti del foro di Grosseto) fanno presente che: «Al termine di una delicata istruttoria dibattimentale è stata emessa dalla corte di assise la sentenza con cui viene riconosciuta la piena responsabilità della Paini per la tragica morte di Fabrizio Gratta. Attendiamo di poter valutare le motivazioni della sentenza della corte anche in merito all’entità della pena».

Giovedì 8 settembre dell’anno scorso la coppia aveva cominciato il giro con un aperitivo al bar di Fiorentina, di fronte alla propria abitazione (località Asca, 36). Al bar entrambi avrebbero bevuto un paio di birre a testa, per poi recarsi alla Bavierafest, a Venturina. Qui, altre birre. Poi, prima di rientrare, un’altra bevuta alla Rotonda, il bar di Colmata. I due sarebbero tornati all’Asca intorno a mezzanotte e mezzo. E avrebbero cominciato a discutere di soldi: sempre lo stesso motivo, gli alimenti che Gratta versava alla ex moglie. Quella dell’8 settembre scorso fu una lite più accesa del solito, aggravata dal fatto che entrambi erano ubriachi. La Paini ha sempre negato di aver aggredito il compagno e, al contrario, di essere stata aggredita. Prima verbalmente, poi fisicamente, di aver ricevuto uno spintone e di essere finita sul pianale della cucina. E che mentre Gratta le era addosso, lei afferrò la prima cosa a portata di mano.

Quella «cosa» era uno dei coltelli contenuti nel cippo appoggiato sul pianale della cucina. E con quello lo colpì all’addome. Un colpo solo. A quel punto, Gratta sarebbe indietreggiato barcollando fino alla camera, dove poi è fu trovato dai carabinieri. Carabinieri ai quali telefonò la stessa Paini, poco prima delle 3, pensando di parlare con il 118. Messo sull’ambulanza, Gratta fu portato al pronto soccorso già in piena emorragia dove, alle 5, morì.

Fonte: Il Tirreno Piombino Elba – https://iltirreno.gelocal.it/piombino/cronaca/2017/07/20/news/uccise-il-compagno-condannata-a-16-anni-1.15636386

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